C'è una foto in tutti noi che portiamo dentro.
Magari avrà un altro nome.
Magari un'altra età.
Magari non sarà un maschio ma un femmina.
Quella che porto io ha il nome di Achu.
Ha circa 2 anni.
E' un maschio.
E nella foto è venuto con lo sguardo triste, la pancia grossa e ha un oggetto giallo vicino a sè.
E' Achu, fratello di Econam.
Ad Agosto scorso è stato tutte le notte che scendevano sul villaggio a tossire.E sputare catarri.Già.
Uno-due-tre-dieci-mille giorni.
Sono andato via dopo averlo portato dall'infermiera.
Un termometro spuntava da sotto il suo braccio di almeno 5 cm.
"Niente febbre", amaramente pensai.
E così fu.
L'aria della stanza era calda ma non così da influire sul termometro.
Terapia: la nuova amoxicillina appena comprata per il villaggio.
Diagnosi: Non importa.
Pago.
Saluto.Grazie.Grazie.
Ciao Achu, e stai bene se puoi.
________
Dic '05
L'ho cercato.
In mezzo alla folla festosa di scriccioli neri che saltavano al mio arrivo.
Ecco Econam, Achu deve essere vicino.
Eccolo.
Ma è lui?
Sì. Sorride. Sta bene.
Lo chiedo al padre: Tough tough? Mimando la tosse.
Scuote la testa: Sorride e dice: SèBon!
Oui, ce bon.Ce bon.
1 commento:
C'est bon, c'est bon... il sorriso e il pancione di Achu saltano e comprimono una settimana di biochimica sottoterra, per quello che vale. Siamo sempre lì con loro.
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